Bravi Mumford: avete ridato speranza alla musica

Non propongono musica commerciale. Sono giovani e carini ma non hanno l’appeal di tante boy band. Eppure hanno mandato in visibilio il pubblico di Firenze. La recensione di Raffaella Galamini

 

 

 

 

Suonano banjo, violino, fisarmonica, mandolino: altro che assoli di chitarra e batteria, nella più classica tradizione del rock. Eppure i Mumford & Sons piacciono per la loro allegria contagiosa e per le loro canzoni piene di speranza e buoni sentimenti. Al Mandela Forum di Firenze sono stati accolti da un’autentica ovazione del pubblico. Tutti in piedi ad applaudire e cantare fino all’ultimo verso dei loro pezzi, tratti da quel fortunato “Babel”, che si è imposto nella categoria miglior album dell’anno agli ultimi Grammy Awards 2013. Un disco che ha fatto il botto: 600mila copie vendute negli Stati Uniti solo nella prima settimana, segno che se la musica è buona, i ragazzi comprano e non scaricano illegalmente.
Confesso di essere rimasta molto impressionata da questo gruppo di ragazzi che in fondo fa musica folk, rivista e corretta ma pur sempre quella: certo non un genere di tendenza. Sono rimasta però quasi senza parole di fronte alla reazione del pubblico che a quest’evento è arrivato preparato e concentrato, come se sul palco dovessero salire i Beatles o Bob Dylan dei tempi migliori.
Una sensazione bellissima e un colpo d’occhio incredibile. I Mumford & Sons hanno dato volto e voce a una generazione, quella di oggi, che crede davvero che il meglio deve ancora venire. Una volta sarebbero stati il rock, il punk, magari il reggae ad esprimere sogni e speranze, ora c’è il nu folk di questo gruppo inglese. Non è forse un caso che la canzone simbolo sia “I wil wait”, dove Marcus Mumford che si ispira alla figura di Gesù, merito anche della formazione religiosa avuta in famiglia, parla di un’attesa piena di fiducia in qualcosa o qualcuno che arriverà a cambiare le cose.
La MumFamily, come li chiamano affettuosamente i fan, è apparsa emozionata e felice di questa notte magica a Firenze. A più riprese i vari componenti del gruppo hanno ringraziato e sottolineato la fortuna di trovarsi su un palco come quello del Mandela con un pubblico così caloroso e appassionato. Parole non apparse mai di circostanza, ma davvero uscite direttamente dal cuore di quattro ragazzi che vedono realizzarsi uno dei loro sogni: girare il mondo con la loro musica per fare felice la gente.
Non proporranno look da prima pagina, non saranno fighi come modelli ma i ragazzi di Mumford & Sons sono belli e straordinari nella loro normalità. Sono soprattutto la risposta migliore a questi tempi di crisi: bella musica, buoni sentimenti e un po’ di pazza gioia. E domani può davvero essere un giorno migliore.

Raffaella Galamini

(foto Marco Borrelli)