La chitarra di Slash infiamma il Mandela

Slash mette a ferro e fuoco il Mandela Forum in una giornata di diluvio su Firenze. In 7mila acclamano l’ex Guns N’Roses. La recensione di Raffaella Galamini

Gli assoli di chitarra, per la gioia dei fan, si sono sprecati nel concerto di Slash al Mandela Forum di Firenze. Neanche Mark Knopler, a fronte degli oltre dieci minuti di Rocket Queen, sarebbe stato capace di tanto. Per la seconda e ultima tappa del breve tour italiano dell’ex Guns N’Roses il palazzetto dello sport fiorentino ha registrato oltre 7mila presenze. Un pubblico composto in buona parte da giovanissimi, con parecchi quarantenni nostalgici cresciuti a Fiorentina&Appetite for Destruction. Sono tutti tornati a casa con un bagaglio di emozioni e decibel, sudati e spettinati ma felici ed euforici come bambini che hanno visto il loro campione segnare.
Chi si aspettava e sperava in una scaletta fortemente all’insegna del passato, in parte è rimasto deluso visto che Slash da sotto la sua tuba e una montagna di riccioli sempreneri ha centellinato le perle dei suoi trascorsi tra rose e pistole. Nightrain, Mr Brownstone, Out ta get me, l’immancabile Sweet child o’ mine e il gran finale con Paradise city e tutto il Mandela forum a ballare e cantare sotto una pioggia di coriandoli e decibel.
Il repertorio solo di Slash si è fatto ascoltare e a tratti ha anche entusiasmato (il suo ultimo disco World on fire è uscito da alcuni mesi, accolto con buoni riscontri di critica e pubblico) ma niente a che vedere quando in scaletta si è affacciato il passato, anche se alla voce non c’è più Axl ma Myles Kennedy: un cantante vocalmente dotato ma certo non animale da palcoscenico come il suo predecessore. Bene i Conspirators a fare lo slalom tra un assolo e l’altro del vecchio tuba Slash, perfettamente calati nella parte di comprimari di lusso di fronte a una leggenda del rock.
Il pubblico del Mandela si è divertito, il pogo ha ritrovato un gusto che da tempo mancava sotto le volte del palazzetto ma soprattutto il buon Slash, da dietro gli occhiali scuri e il cappellone di pelle, si è goduto fino in fondo il successo fiorentino. Alla faccia, e alla memoria, dell’Axl Rose che fu e che purtroppo ha perso da anni la strada del rock e il carisma della leggenda. Mister Tuba Slash sembra invece aver siglato il patto col diavolo per un’eterna giovinezza sotto il profilo musicale e non solo.
Raffaella Galamini 

LA SCALETTA DEL CONCERTO
You’re a Lie
Nightrain (Guns N’ Roses cover)
Standing in the Sun
Avalon
Back from Cali (Slash cover)
Automatic Overdrive
Mr. Brownstone (Guns N’ Roses cover)
Ghost (Slash cover)
Doctor Alibi (Slash cover) (Todd Kerns on lead vocals)
Out Ta Get Me (Guns N’ Roses cover) (Todd Kerns on lead vocals)
Wicked Stone
Beneath the Savage Sun
Fall to Pieces (Velvet Revolver cover)
Rocket Queen (Guns N’ Roses cover)
Bent to Fly
World on Fire
Anastasia
Sweet Child O’ Mine (Guns N’ Roses cover)
Slither (Velvet Revolver cover)
Encore:
Paradise City (Guns N’ Roses cover)